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dai GIORNALI di OGGI

Crisi, meno prestiti

dalle banche

Penalizzate le piccole imprese del SUD

2009-02-028

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

CORRIERE della SERA

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2009-02-28

INDAGINE della cgia di mestre: a confronto i dati di novembre 2007 e novembre 2008

Crisi, meno prestiti dalle banche

Penalizzate le piccole imprese

Diminuzione del 3% per chi ha meno di 5 addetti. In difficoltà anche le famiglie. Fanno eccezione alcuni istituti "più radicati sul territorio"

MILANO - Le banche stringono i cordoni della borsa e le microimprese, soprattutto nel sud, sono le prime a soffrire. A novembre 2008 (ultimo dato disponibile), secondo una indagine della Cgia di Mestre che ha elaborato i dati della Banca d’Italia, i prestiti erogati dalle banche italiane alle imprese con meno di 5 addetti sono calati dell’1% nel centro-nord rispetto allo stesso mese del 2007. Il calo è ancora più consistente nel Mezzogiorno: meno 2,3%. A livello nazionale, il calo dei prestiti si è attestato a novembre all’1,3%. Per le famiglie, i livelli di crescita sono stati bassissimi: più 0,3% su base nazionale. Per avere un'idea, basta pensare che in generale la crescita di prestiti erogati dalle banche è stata del 7% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, mentre tra 2007 e 2008 c'era stata una crescita del'11,1% (dati di settembre) o addirittura del 13 % (dati di febbraio). "Una stretta creditizia - dichiara Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre - che speriamo termini con l'avvento dei Tremonti bond".

PENALIZZATI I PICCOLI - Più le realtà produttive sono piccole, più le percentuali di crescita dei prestiti dal 2007 al 2008 diminuiscono. Per le aziende che contano dai 5 ai 20 addetti, la variazione di prestiti del mese di febbraio 2008 rispetto a febbraio 2007 è stata del 7% mentre a settembre è scesa a quota 6 e a novembre addirittura al 2,5%. Ma la situazione di crisi diventa ancor più visibile con le microimprese, ovvero con quelle che contano meno di 5 addetti: a novembre 2008 meno 3% rispetto allo stesso mese del 2007, contro un incremento dell’1,8% a settembre e del 5,9% a febbraio. Le prime avvisaglie già a metà 2008: le percentuali di crescita si aggiravano intorno al 2,6% nel mese di giugno e in agosto erano già scese all'1,9%.

LE BANCHE VIRTUOSE - "Tuttavia, va ricordato che non tutte le banche si sono comportate allo stesso modo. Quelle più radicate sul territorio non hanno mancato di dare un prezioso aiuto alle piccole imprese - sottolinea Giuseppe Bortolussi -. Nel 2008 le banche hanno praticato mediamente lo 0,6% di interessi sui depositi e il 12% sui prestiti a fronte di un aumento della raccolta dei risparmi degli italiani pari all'8%. Un comportamento - Bortolussi - obbiettivamente inaccettabile".

28 febbraio 2009

REPUBBLICA

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2009-02-28

L'indagine della Cgia di Mestre sui prestiti erogati dagli istituti di credito tra 2007

e 2008. Giro di vite per le piccole realtà, ma anche per grandi e medie aziende

"Microimprese del Sud e famiglie

le più penalizzate dalle banche"

La denuncia degli artigiani: "Comportamento inaccettabile"

"Microimprese del Sud e famiglie le più penalizzate dalle banche"

MESTRE - Giro di vite sul credito alle imprese da parte delle banche italiane. A essere più penalizzate sono le piccole realtà produttive, soprattutto quelle del Sud. Ma anche le famiglie risultano svantaggiate. E' quel che emerge dall'indagine dell'Ufficio Studi della Cgia di Mestre, che ha elaborato i dati relativi ai prestiti erogati dagli istituti di credito, mese per mese, alle aziende e alle famiglie, tra il 2007 e il 2008.

Il dato che risale al novembre dello scorso anno - l'ultimo disponibile - è il più significativo per raccontare la stretta sul credito alle imprese. Una situazione "a cascata", che comincia con le realtà produttive maggiori per poi arrivare a toccare con maggiore intensità le microimprese, quelle con meno di cinque addetti. Infatti, più le realtà produttive sono piccole, più le percentuali di crescita dei prestiti dal 2007 al 2008 diminuiscono.

Microimprese. A novembre 2008 gli esperti della Cgia hanno rilevato una contrazione dei prestiti erogati alle aziende di minore entità pari a -1,3% rispetto allo stesso mese del 2007. Una situazione che è andata peggiorando: nel mese di giugno le percentuali di crescita si aggiravano intorno al 2,6% e in agosto erano già scese all'1,9%. Le microimprese del Sud hanno sperimentato un decremento ancora maggiore: a novembre la contrazione dei prestiti rispetto a 12 mesi prima è stata addirittura del 2,3%.

Medie imprese. Per le aziende che contano dai cinque ai 20 addetti la variazione di prestiti del mese di febbraio 2008 rispetto a febbraio 2007 è stata del 7%, mentre a settembre è scesa a quota 6 e a novembre addirittura al 2,5%.

Grandi aziende. A novembre 2008 la crescita di prestiti erogati dalle banche - spiegano gli artigiani di Mestre - è stata del 7% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, contro il +11,1 di settembre rispetto allo stesso mese del 2007 e del +13 rilevato in febbraio rispetto a 12 mesi prima.

Famiglie. L'analisi della Cgia di Mestre si è focalizzata anche sui prestiti alle famiglie. Proprio come per la microimpresa i valori di crescita dal 2007 al 2008 sono molto bassi: a novembre 2008 è stato dello 0,3%.

"Comportamento inaccettabile". Giuseppe Bortolussi della Cgia spiega che "non tutte le banche si sono comportate allo stesso modo, quelle più radicate sul territorio non hanno mancato di dare un prezioso aiuto alle piccole imprese". Ma denuncia le scelte compiute da molti istituti di credito: "Nel 2008 le banche hanno praticato mediamente lo 0,6% di interessi sui depositi e il 12% sui prestiti a fronte di un aumento della raccolta dei risparmi degli italiani pari all'8%. Un comportamento obiettivamente inaccettabile". "Speriamo che la stretta creditizia - aggiunge - termini con l'avvento dei Tremonti bond".

(28 febbraio 2009)

 

 

L'UNITA'

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2009-02-28

Precari, collaboratori, cocopro: vite cancellate

Il dramma dei precari che, insieme a molti altri lavoratori che credevano di avere un posto garantito, potrebbero restare a casa per colpa della crisi, per Dario Franceschini, segretario del Pd, è una materia che avrebbe tutte le caratteristiche di "necessità e urgenza". Insomma, il governo che di decreti legge ha fatto largo uso, sarebbe bene che ne facesse uno anche per affrontare l'emergenza disoccupazione.

Franceschini fa la sua proposta: "Dare un assegno mensile di disoccupazione per tutti quelli che perdono il posto di lavoro. Berlusconi – invita il segretario Pd – porti il provvedimento in aula, se vuole presenti pure un decreto legge, visto che ne ha già fatti tanti, e noi lo sosterremo".

Queste sono alcune delle vostre testimonianze sul tema del precariato

Voglio raccontare la mia storia per denunciare la profonda ingiustizia perpetrata ai danni dei precari della scuola che come me saranno costretti a rientrare, causa forza maggiore, nella provincia di residenza con consequenziale trasferimento della propria posizione nella graduatoria di altra provincia pagando un prezzo sproporzionato per la scelta forse sbagliata compiuta nel precedente aggiornamento. Ebbene cominciamo dall'inizio...

Fresca di laurea e abilitazione, totalmente all'oscuro del farraginoso meccanismo che attenta alla vita dei docenti, nel 2007, decisi di inserirmi nella graduatoria di una provincia diversa da quella di residenza, in parte ascoltando le sirene ingannatrici dei benpensanti liberali che allora, come purtroppo ancora oggi (ipocriti), invitano i giovani a spostarsi, a muoversi alla ricerca dell'agognato posto di lavoro che certo non viene a chiamarti sotto casa... dicono loro. In due anni succedono tante cose a tutti, a me si è presentata l'improrogabile necessità di rientrare nella provincia di residenza per affrontare serie questioni familiari. Dunque tra pochi giorni al momento dell'aggiornamento della graduatoria sarò costretta a trasferirmi nella provincia dove ho la residenza. Il punteggio di questi due anni mi farà arrivare a quota 80 punti, sufficienti per salire in sesta posizione ma purtroppo non sarà così perché trasferendomi verrò inserita in coda alla nuova graduatoria e dal controllo già effettuato finirò in posizione 105 dietro ad una collega che attualmente ha ben zero punti.

Mi chiedo e chiedo a chi di dovere se non ritengano assurda tale situazione. Se persino nell'ambito della giustizia penale vige il principio secondo cui la sanzione deve essere commisurata all'azione perché nel nostro caso la sanzione per una scelta forse sbagliata deve essere così sproporzionata ,visto che sostanzialmente consiste in una sorta di azzeramento della carriera pregressa? Quale continuità didattica dovremmo assicurare noi precari ,discontinui per definizione quando nel solo anno 2008 si sono spostati ben 90.000 docenti di ruolo? Quale principio meritocratico dovremmo istillare nei nostri studenti se noi docenti per primi veniamo premiati non per il nostro lodevole operato rappresentato dal servizio senza demerito e dai titoli culturali così come statuito ,lo voglio ribadire con forza, dalla legge che ha introdotto e disciplina le graduatorie, bensì dalla ''fortuna'' (chiamiamola pure così...) logistica?

Grazie per l'opportunità che mi avete dato di dire la mia

Raffaella

 

Ma che vita! Voi la chiamate VITA?

Cosa ne sapete davvero e perchè volete saperlo adesso, sono vent'anni che mio marito lotta per la stabilizzazione, ha ormai 50 anni, con in mano l'abilitazione all'insegnamento e un governo che ha solo intenzioni punitive nei confronti di coloro che considera nemici giurati. Quali speranze di sopravvivenza ha quest'uomo, cosa deve spiegare ai suoi figli andando oltre alla sua evidente ventennale cronica depressione: che morirà da precario, che i suoi ragazzi vivranno da precari, che non c'è mai fine alla disperazione, che è inutile sperare, che è inutile mettercela tutta, che forse non vale la pena puntare sulla propria dignità (perchè questo sforzo quotidiano non li ripagherebbe)...

Suggeritemi VOI come tirarlo fuori dalla sua angoscia e RESTITUIRGLI LA SUA DIGNITA'.

Aspetto che qualcuno mi dia una mano, fra poco potrebbe essere troppo tardi.

Maria

Perderò presumibilmente anch'io il posto: non credo che a nessuno importi che così si buttano gli ultimi due anni di lavoro con i ragazzi, e che si perdano risorse per risparmiare quei soldi, pochi maledetti e subito.

Non mi sembra rilevante che i giovani insegnanti sono quelli disposti al sacrificio, disposti a farsi carico di un lavoro che è innanzitutto incarnare agli occhi degli studenti lo stato, impegnarsi a turare le falle di questo titanic che affonda: siamo noi giovani quelli ancora capaci di dire: quando vedo qualcuno affogare, io lo aiuto. Costi quel che costi.

E tutto per il semplice gusto di fare il proprio lavoro con dignità.

Che è proprio quello che ci nega lo stato: ma le contraddizioni sarebbero troppe per elencarle.

Qui lo stato ha fallito: chi ha vissuto a scuola lo sa.

Ha fallito in tutti quei ragazzi che non hanno opportunità, che sono più che problematici semplicemente problemi.

Ha fallito perchè non ha un futuro.

Ha fallito perchè il nazional-popolare invece di essere un'esperienza di condivisione, di costruzione di una cultura, è il festival di San Remo.

Ha fallito perchè non gestisce "come un buon padre di famiglia" ma come un avveduto furbetto.

E fallisco anch'io, uscendo dalla porta, troppo preso ad inventarmi una nuova vita per indignarmi.

Conosco il valore del mio lavoro e del mio impegno, della mia passione e del mio amore: per questo non basta nessuno stipendio. Ma non importa: ci sono molte cose che non hanno prezzo e per le quali vale la pena di vivere. Ma che qualcuno se le goda, e che qualcuno le difenda.

Chiedo solo che mi si lasci lavorare: senza falsa modestia, per il bene di tutti.

Lancio un appello: se davvero saremo così in tanti a perdere il posto, perchè non cominciamo a mettere su fondazioni e scuole private? Probabilmente guadagneremmo di più, faremmo andare le cose meglio, avremmo strutture migliori, genitori più attenti... non lo facciamo perchè siamo stati educati sulla costituzione della repubblica italiana: quando lo stato dorme, nascono gli incubi.

E così cerchiamo tutti di inventarci un ristorante... in bocca al lupo, mondo!

Enrico

 

Si abbatterà sulle nostre teste una mannaia di quelle... Sono precaria della scuola da più anni, con contratto fino termine dell'anno scolastico. Ma suppongo che dopo di allora non avrò contratti così lunghi. Inoltre abbiamo un ministro che ci umilia chiamandoci fannulloni e trattandoci come le peggio bestie, con leggi che impongono una condizione di sudditanza. Quello che io non comprendo è il fatto che non si mettano mai in luce le cose che sono note ai più, ma che passano come normalità: il nostro ministro è pagato con i nostri soldi e ci tratta come suoi schiavi (ma sarebbe lui al nostro servizio) in più è lui a dover rendere conto a noi dei suoi tanti incarichi che non porta a termine con dignità (come invece tanti di noi fanno) tanto più che il nostro per ogni incarico viene retribuito profumatamente e nonostante risulti tra i più assenteisti (pare che al parlamento europeo abbia cumulato il 48% delle presenze, ma pare anche che solo per questo incarico la sua retribuzione sia di circa 35000 euro (non contando le altre retribuzioni). E poi fa mettere in luce che un prof al quale a parte la dignità di persona non rimane altro, ma il nostro è capace di smantellare questa dignità. Gridiamo con forza che i fannulloni siano mandati a casa, ma che questo deve valere anche per il nostro ministro, se percepisce un salario per un lavoro che non porta a termine con dignità e con rispetto per le persone che gli danno lavoro e allora dia l'esempio: s dimetta ammettendo che ha rubato parte del suo stipendio.Deve ricordare che non è lui il nostro padrone, ma che se si trova al suo posto lo deve ai nostri soldi.

Maddalena

Lavoro da 9 anni in una associazione di categoria, di cui gli ultimi 4 senza contratto. Un cocopro rinnovato tacitamente. All'Ispettorato del lavoro mi dicono di lasciar perdere e di denunciarli quando troverò un altro posto. Qui di altri lavori non ce ne sono, perciò sono costretto ad accettare qusto sfruttamento. Laureato, guadagno meno di un cassaintegrato. La mia pensione sarà più bassa di quella sociale di chi non avrà mai versato un centesimo. E' questa, giustizia?

Giorgio

Carissimo Direttore,

sono un docente di Lettere della Scuola Secondaria di Primo Grado (scuola media) della provincia di Foggia, tornato qui per motivi familiari e con la volontà di tornare a Milano dove c'è la mia ragazza per poter costruire una famiglia; e nella mia stessa situazione, le dicevo già, si trovano anche padri e madri di famiglia che vogliono ricongiungersi ai propri cari o figli che vogliono spostarsi per assistere i genitori malati, come è successo anche a me. Io come questa gente abbiamo perso il sonno tranquillo da mesi ormai. E quello che le racconto è il pensiero di molti precari, la maggior parte.

Le scrivo circa la possibilità negataci di trasferirci in un'altra provincia secondo la posizione spettante in relazione la punteggio.

Il giorno prima l'entrata in aula dell'ex ddl Gelmini, abbiamo assistito all'annullamento arbitrario da parte della Lega del comma 4 dell'art. 5 bis del futuro decreto Gelmini, per intenderci quello che permetteva il cambio di provincia da parte di noi insegnanti senza penalizzazioni, azione arbitraria attuata dalla Lega, in quanto non volevano al Nord più insegnanti "terroni" (mi passi il termine). Situazione che ha sorpreso anche la Commissione Cultura che si è vista sparire un comma dopo settimane impegate a giungere a tale risultato.

A parte che tanta gente vuole tornare al Sud o spostarsi da Verona a Cuneo o da Bari a Palermo. Quindi non ci saranno le "nvasione barbariche", come pensa una certa parte. Neanche i membri della Commissione Cultura se lo spiegano ancora oggi, dopo parecchie settimane di lavoro.

Il 6 novembre, dopo ricorso presentato dall'ANIEF, il Tar del Lazio (sentenza n. 10809) si è espresso favorevolmente a proposito del cambio di provincia senza alcuna penalizzazione ritenendo il tutto illegittimo, anticostituzionale (dato che viola gli articoli 3, 51 e 97) e limitante la libertà di noi cittadini italiani ed europei. Il MIUR sembrava voler recepire quanto stabilito dal Tar e dal Consiglio di Stato espressosi alla stessa maniera, cioè favorevolmente, in sede cautelare con due ordinanze (15 gennaio 2008 e 18 marzo 2008) che, in sostanza, riteneva anticostituzionale la chiusura delle graduatorie.

Ma alcuni sindacati, per motivi sconosciuti, anche se posso immaginarli, pressati dai precari del Nord hanno spinto il MIUR, in un primo tempo più che persuaso ad accettare la sentenza, a ricorrere allo stesso CdS, sperando che quest'ultimo contraddica se stesso. Lo hanno fatto sulla base di regole che hanno portato alla chiusura delle graduatorie, oltretutto ciò è avvenuto con una nota ministeriale.Le regole vanno rispettate, è vero; sono il primo a pensarla così ed è questo che insegno ai miei ragazzi, altrimenti si andrebbe allo sbando.Ma perché le regole siano valide bisogna che ENTRAMBE LE PARTI LE RISPETTINO! E' vero, c'era stato il blocco delle graduatorie, anche se illegittimo e non perché lo diciamo noi ma ci sono le Costituzioni Italiana ed Europea oltre al CCNL; ma accantoniamo un attimo il principio di incostituzionalità, che comunque resta fondamentale, sancito anche dal TAR (espressosi anche in base all'orientamento del Consiglio di Stato) e non da me!

Le graduatorie erano state "congelate" dal momento che IL GOVERNO SI IMPEGNAVA AD EFFETTUARE 150.000 ASSUNZIONI! Questo "patto" mi si passi il termine improprio, (oltretutto sancito da una SEMPLICE NOTA MINISTERIALE) era stato sottoscritto al momento del trasferimento o dell'aggiornamento del 2007. QUINDI LA cONDICIO SINE QUA NON ERANO LE IMMISSIONI!

Ma perché le regole, come le chiamano precari e sindacati del Nord, siano valide è CONDIZIONE INDISPENSABILE CHE ENTRAMBE LE PARTI LE RISPETTINO "IN TOTO" e non in parte!

Nel momento in cui una delle due parti non attua ciò che si era impegnata a realizzare, LE COSIDDETTE REGOLE SALTANO E NON HANNO PIU' MOTIVO DI ESSERCI E DI ESSERE RISPETTATE!

Oltretutto, teniamo presente che il MIUR IN BEN DUE OCCASIONI (non una che sarebbe già abbastanza) era convinto a farci trasferire a pettine, poi "pericolo evitato" in un primo momento dalla Lega ed in un secondo momento da alcuni sindacati. Quindi il MIUR era CONVINTO della bontà e della necessità del provvedimento, sia per la palese anticostituzionalità e sia perchè in alcune province le scuole fanno salti mortali per trovare insegnanti, anche non abilitati, mentre c'è gente che, in altra provincia, con un punteggio piuttosto alto e con più di un'abilitazione, resta a casa o lavora su spezzoni. E POI PARLIAMO DI SPECIALIZZARE LA SCUOLA??? E' TROPPO COMODO NON RISPETTARE LE REGOLE CHE NON CI CONVIENE RISPETTARE (non immettendo in ruolo) E ATTUARE SOLO QUELLA CHE ACCONTENTENTA UNA MINIMA PARTE DI CITTADINI (continuare a bloccare i trasferimenti) NONOSTANTE SIA CONTRO LE LEGGI! E sono fesserie quelle di alcuni sindacati che intanto vorrebbero bloccare il trasferimento e poi provvedere alle immissioni in ruolo: QUESTA E' SOLO UTOPIA; NON CI SARANNO QUELLE IMMISSIONI E NON SO SE CONTINUERANNOANCHE AD ESSERCI, se non come contentino, ma non certo in queste cifre!

L'ho capito anche io che sono un povero insegnante PRECARIO, IGNORANTE, FANNULLONE E PER GIUNTA DEL SUD, come sono e siamo stati definiti tempo fa.

Gianpiero D'Augelli

Non vi laureate in Matematica, sudate come bestie ed alla fine non insegnerete mai la vostra materia. Quello che dicono della mancaqnza di laureati in matematica è una palla immensa, nelle scuole medie non insegneretemai dato che vi fregheranno il posto tutti i laureati in scienze biologiche visto che ai concorsi fanno domande di biologia. Siate furbi laurearsi in matematica è una fregatura megagalattica meglio scienze biologiche 1.000.000 di volte, avete il lavoro assicurato.

Dado

Premetto che sono elettrice PD, che sono fieramente avversa allo stile e alla linea del governo attuale, che trovo la decisione sul maestro unico sciocca e demagogica, almeno per gli ultimi anni delle elementari, cosi' come confuso e complicato il meccanismo delle opzioni orarie per la scuola media. Che tempo ciò che si abbatterà sulla superiore (è li' che insegno) vista la logica adottata per le riforme.

Pero' sono veramente stufa che i problemi della scuola siano ridotti al precariato e ai tagli del personale. Sono stufa dei "no" preconcetti e volti solo a mantenere la situazione attuale. Sono stufa che la sinistra che dovrebbe avere a cuore più della destra la crescita culturale del paese sulla scuola abbia smesso di pensare liberamente da quel di', che si sia adattata a considerarla un lavoro socialmente utile per impiegare i troppi laureati in facoltà che non danno altri sbocchi, quando non gli psicolabili che non supererebbero nessun colloquio, che non abbia risposte per le reali condizioni di troppi studenti che trovano insegnanti impreparati o inadatti, che non si interroghi sul perché la scuola italiana non riesca più a modificare la situazione sociale di partenza, o sul perché la bassa media di punteggio determinata dall'OCSE nei test PISA sia anche associata a una larghissima dispersione ( cioè una grande diffrenza di punteggio tra gli studenti più prepararti e i meni preparati). e potrei continuare. Non leggo mai qualche analisi in cui possa riconoscere la realtà del mio essere insegnante. A mio parere scuola migliore vuol sicuramente dire molto più denaro, ma non necessariamente più insegnanti ne' più ore di lezione. Vuol dire valutazione della scuola, dei dirigenti e dei docenti, vuol dire finanziare l'aggiornamento, le tecnologie didattiche, i laboratori, il tutoraggio...vuol dire autonomia (educativa,didattica,finanziaria e anche di gestione del personale) vuol dire carriera per i docenti con responsabilità intermedie tra collegio e dirigente. Per esempio il coordinatore di classe o o di dipartimento è una figura chiave che dovrebbe essere selezionata e preparata al compito, avere meno ore di insegnamento degli altri (ma, anche li', non è uno scandalo smuovere il rigido meccanismo delle 18 ore!) e uno stipendio maggiore, avere il dovere e il potere di far prendere decisioni ai gruppi che coordina e di far implementare le decisioni prese....

Anche io ho la mia bella storia di precariato, che sopratutto mi ha insegnanto quanta ipocrisia ci sia in chi vuol fare scuola con quattro lire facendo finta di "tenerci" (diciamo i governi, di ogni colore), in chi fa finta di volere difendere la qualità difendendo l'indifendibile e le proprie rendite di posizione (diciamo i sindacati), in chi si accontenta di una scuola cosi' cosi' pur di non rovinarsi le vacanze per portare a casa un pezzetto di carta che giustifichi la richiesta di una raccomandazione (le famiglie e gli studenti)

Proprio per la mia storia di precariato,conosco ma non capisco molte di queste storie di precariato. Io ho superato, per fortuna, il primo concorso ordinario a cui ho potuto partecipare (bandito con 6!!! anni di ritardo rispetto alla scadenza legislativa). sapevo che dovevo superare l'ordinario perché pur essendo tra i primi nelle graduatorie delle supplenze, il superamento del concorso riservato mi avrebbe aperto ancora lunghi anni di attesa. Mi ero anche detta che se non avessi superato l'ordinario, sarebbe finita li', avrei cercato qualcos'altro perchè è chiaro da anni che la scuola deve diminuire i suoi addetti, in modo giusto o ingiusto.Il concorso l'ho superato, anzi più di uno, per bravura(un pochino si') e per fortuna (tanta). L'ultimo esame l'ho dato in febbraio e a settembre ero già di ruolo. Per la mia classe di concorso si sono presentati 5000 in lombardia, la graduatoria finale ne contava 200, tutti immessi immediatamente. Se avessi fatto solo il riservato sarei entrata sei anni dopo. Ma come si fa ad accettare di essere supplenti per decine di anni senza chiedersi se non sia il caso di trovare qualcos'altro? E come si fa a 24 anni a non sapere quale è la situazione della scuola, farsi la scuola di specializzazione e cominciare a fare quindici giorni qui e la' pensando di essere ancora negli anni settanta?

Boh, so che scontentero' i partecipanti a questa discussione, non ho tempo e spazio per i distinguo, i casi particolari, i "ma e i pero'...". Propongo un punto di vista, in modo un po' estremo ma spero di stimolare l'emergere di qualche idea diversa. da anni sempre le stesse cose, non se ne puo' più.

Peraltro sono perfettamente consapevole dei drammi individuali e credo che davvero la sinistra dovrebbe impegnarsi per indicare altri percorsi, trovare alternative concrete per chi ha dedicato tanto tempo al servizio di uno Stato che dopo essersi permesso di sfruttare le persone per anni per le proprie incapacità organizzative e gestionali, le lascia a casa con un colpo di penna senza dover pagare alcun dazio.

Chiara

28 febbraio 2009

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-02-28

 

 

 

 

 

 

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